INTONACI E RASANTI PREMISCELATI
Intonaci premiscelati secchi a base di cemento.
Ormai di uso corrente hanno sostituito sul mercato italiano ca. il 90 % degli intonaci tradizionali. Essi sono preferiti a quelli tradizionali grazie alla loro facilità di applicazione, alla loro versatilità nonchè alla velocità con cui si possono completare le opere.
In un mondo che corre sempre più velocemente quest’ultima voce ricopre grande importanza per le economie di mano d’opera altrimenti irraggiungibili.
Se si considera che un bravo muratore può realizzare in 8 ore lavorative ca. 15 m2 di un intonaco tradizionale contro i 65 m2 ottenibili nello stesso tempo con un intonaco premiscelato, diventa evidente che il maggior costo del premiscelato rispetto al tradizionale è ampiamente compensato dal minor costo della mano d’opera.
Tali considerazioni valgono ovviamente quando l’applicazione è fatta a macchina.
Ed è proprio la tecnica applicativa che richiede una composizione della miscela premiscelata un po’ diversa rispetto alla composizione usata per il sistema tradizionale.
Vantaggi tecnici e problematiche applicative del premiscelato
L’intonaco premiscelato a secco, essendo un prodotto industriale, richiede uno studio e una messa a punto particolarmente accurati per consentire sempre buoni risultati e la ripetibilità delle caratteristiche finali del prodotto.
Richiede quindi la selezione dei componenti base della miscela e la loro costanza, l’affidabilità dell’impianto e l’accuratezza e la frequenza del controllo del prodotto finito.
Tutto ciò serve ad assicurare un’applicazione facile e veloce con risultati finali costanti ed affidabili.
La differenza fra la composizione dell’intonaco preparato tradizionalmente e quello premiscelato sta nel diverso utilizzo delle materie prime a disposizione.
La malta da intonaco tradizionale viene normalmente preparata in cantiere caricando nella betoniera un certo numero di palate di sabbia umida, un numero proporzionale di palate di cemento e calce idrata o idraulica in funzione dell’uso e delle caratteristiche finali.
In questo caso è chiaro che se la preparazione della malta è gestita da un uomo di cantiere esperto e coscienzioso, l’intonaco assolverà le sue funzioni pur nella disomogeneità inevitabile fra i vari impasti.
Se invece, come più frequentemente succede, l’uomo addetto alla betoniera è il più “distratto” della compagine, allora i risultati sono quelli che vediamo quotidianamente in tutti i cantieri.
L’intonaco premiscelato per applicazione meccanica non consente certe divagazioni poichè arriva in cantiere già perfettamente miscelato a secco e riduce l’intervento dell’uomo ad azioni puramente automatiche e, se la macchina è perfettamente regolata, il risultato è sicuramente garantito.
E’ comunque chiaro che se “l’intonacatore distratto” dimentica le principali regole applicative del premiscelato, non è scontato che il risultato sia comunque buono.
Le condizioni da rispettare per applicare correttamente un intonaco premiscelato sono le seguenti:
1. supporto pulito e leggermente umido nel periodo secco (non bagnato a rifiuto).
2. regolarizzazione dell’assorbimento quando sono presenti supporti a diversa porosità
3. evitare l’applicazione in pieno sole o in luoghi fortemente ventilati
4. applicare l’intonaco con la più bassa quantità d’acqua d’impasto compatibilmente con la consistenza giusta per la staggiatura
5. non applicare l’intonaco a temperatura inferiore a + 5°C e nel caso in cui si prevedano temperature vicine allo 0°C nelle ore successive alla sua messa in opera
6. applicare strati non superiori a 2 cm per volta per evitare lo scivolamento e migliorare l’adesione al supporto (per compressione)
7. non applicare gli strati successivi su quello precedente prima che questo abbia raggiunto la consistenza sufficiente a reggerne il peso
8. staggiare e spianare la superficie fino a quando lo strato di intonaco ha consistenza plastica
9. eseguire le operazioni di spianatura a secco (rabotatura) solo dopo l’inizio dell’indurimento
10. In caso di eccessiva evaporazione proteggere ed eventualmente bagnare le superfici intonacate
Considerando attentamente le precedenti precauzioni è evidente che sono le stesse necessarie per gli intonaci tradizionali.
Per contro i vantaggi ottenibili con l’intonaco premiscelato rispetto al tradizionale sono:
1. facilità di applicazione
2. velocità di applicazione
3. omogeneità di risultati
4. maggiori caratteristiche meccaniche e fisiche
5. maggiore economia finale (un buon muratore applica nelle 8 ore non più di 15m2 di intonaco tradizionale contro i 65m2 di un premiscelato).
Perchè si verifichino le condizioni dei vantaggi è ovviamente indispensabile che l’intonaco premiscelato sia ben progettato e scevro da difetti.
Difetti ricorrenti dei premiscelati I difetti prevalenti riscontrabili sugli intonaci premiscelati sono imputabili normalmente ad una non corretta scelta delle materie prime, ad un errato dosaggio delle stesse e allo scarso controllo del prodotto finito.
Tali carenze si evidenziano con:
– un ridotto tempo di lavorazione
– la tendenza allo scivolamento in fase applicativa
– la formazione di fessurazioni diffuse in fase plastica
– fessurazioni diffuse dopo indurimento
– scarsa resistenza meccanica dopo indurimento
Studio e composizione del premiscelato
Per evitare i difetti di cui sopra è indispensabile la perfetta conoscenza delle materie prime selezionate e di quelle alternative. E’ altresì indispensabile avere tutte le conoscenze tecniche per poter progettare correttamente l’intonaco in modo che questi abbia un comportamento sempre adeguato alle condizioni applicative ed ambientali.
E’ inoltre importante eseguire frequenti controlli sia sulle materie prime che sul prodotto finito in modo da anticipare gli eventuali problemi formulativi ed applicativi.
Gli inerti, che sono la parte preponderante dell’intonaco e che costituiscono la struttura del sistema, richiedono una grande cura nella loro scelta qualitativa e nella messa a punto della distribuzione granulometrica. Cure fondamentali per l’impostazione corretta della composizione finale dell’intonaco.
Qualitativamente, per le resistenze meccaniche in gioco, non è tanto importante il titolo della purezza della pietra di origine o la sua durezza. Ciò che invece è importante è il grado di assorbimento d’acqua, la velocità di assorbimento e la variazione volumetrica fra l’inerte asciutto e quello allo stato umido e viceversa.
Questi ultimi parametri sono fondamentali al fine di verificare la tendenza dell’inerte a promuovere la formazione di cavillature e fessurazioni nell’intonaco sia in fase plastica che allo stato indurito.
Altro parametro importante è la curva granulometrica. Normalmente le classi di inerte utilizzate sono almeno due in modo da poter “giocare” sul loro proporzionamento nel caso in cui si verifichino variazioni granulometriche fuori degli intervalli accettabili.
La curva granulometrica di progetto non deve essere troppo grossa per evitare scivolamenti e non deve essere troppo fine per evitare eccessiva collosità in applicazione e fessure in fase plastica. Quando sono presenti forti scompensi granulometrici anche la migliore additivazione non riesce ad evitare i problemi appena menzionati.
Il cemento, altro componente importante, deve essere selezionato con cura.
Un buon cemento per intonaco premiscelato deve avere preferibilmente l’inizio della presa abbastanza rapido e un intervallo fra l’inizio e la fine presa di ca. 3 ore. Non deve essere troppo fine e quindi richiedere troppa acqua e deve sviluppare buone resistenze finali. Inoltre deve essere qualitativamente costante nel tempo.
La calce idrata. Non indispensabile ma certamente utile. Migliora l’adesione a umido ai supporti. Aiuta la solubilizzazione e l’attività di alcuni additivi. Migliora la plasticità e la lavorazione dell’intonaco. Siccome il suo dosaggio sulla miscela dell’intonaco è abbastanza basso è importante che sia di buona qualità. Normalmente viene utilizzato il tipo superventilato o il fior di calce.
Gli additivi. Questi, normalmente rappresentati da un etere di cellulosa, un etere di amido e un aerante, sono fondamentali per gestire il comportamento dell’intonaco sia allo stato plastico che allo stato indurito. Poichè, nel bene e nel male, sono determinanti nel comportamento dell’intonaco, devono essere scelti con cura in funzione delle caratteristiche che si vogliono dare al prodotto finito e con molta cura occorre bilanciare il loro proporzionamento.
– L’etere di cellulosa ha la funzione di mantenere omogeneo e plastico l’impasto allo stato umido e di trattenere l’acqua nell’impasto per il tempo necessario alla sua stesura e di cederla lentamente per evitare la formazione di fessurazioni in fase plastica.
– L’etere di amido funge da tixotropizzante della miscela allo stato umido. Viene calibrato sugli altri componenti in modo da evitare lo scivolamento sulle pareti verticali e la caduta dal soffitto.
– L’aerante oltre ad alleggerire l’intonaco ha la duplice funzione di disperdente e di riduttore del ritiro sia in fase plastica che allo stato indurito.
Quando tutti i componenti dell’intonaco sono perfettamente dosati raggiungendo il giusto equilibrio formulativo il suo comportamento non può essere che ottimo sotto tutti gli aspetti tecnici. Solo l’intervento di un applicatore maldestro potrà ribaltare il risultato finale dell’intonaco.
PENTACHEM, che opera nel settore degli intonaci pronti e della chimica dei leganti idraulici dal 1977, vanta una grande esperienza formulativa che mette a disposizione dei propri clienti. Fornisce loro una messa a punto veloce ed efficace e tutti gli additivi necessari alla formulazione dei prodotti finiti.
In funzione della propria capacità produttiva, delle caratteristiche dell’impianto e/o del proprio mercato, il cliente ha la possibilità di scegliere nella vasta gamma degli additivi Pentachem, sia le singole materie prime che i compounds specificatamente studiati.
I laboratori di ricerca e sviluppo di Pentachem e l’assistenza tecnica sono continuamente in contatto con la clientela a supporto delle sue esigenze e per la soluzione dei suoi problemi distinguendosi per velocità di intervento e per competenza. Ciò consente alla clientela di vivere con maggiore tranquillità le necessità legate alle problematiche del prodotto finito sia in fase di studio che in fase applicativa.
Composizione suggerita per un intonaco a base di cemento e calce idrata
Componenti | Formula 1 | Formula 2 | Formula 3 |
Cemento 42,5 R | 11,0 | 11,0 | 11,0 |
Calce idrata superventilata | 4,0 | 4,0 | 4,0 |
Calcare 0/1,2 mm | 85,0 | 85,0 | 85,0 |
PENTAGEL I 100/N M* | 0,14 – 0,2 | – | – |
PENTA EC 25S* | – | 0,08 – 0,11 | 0,08 – 0,11 |
PENTAMIX AER 205* | – | 0,02 | 0,022 |
PENTAMIX ADX 115* | – | 0,01 | 0,02 |
* Vedere le relative schede tecniche sotto la voce prodotti.
Tabella di confronto di alcuni dati tecnici fra intonaci del mercato e quelli ottenibili con le formulazioni Pentachem.
Caratteristiche tecniche | Intonaco A | Intonaco B | 1 | 3 |
Acqua d’impasto (l /100 kg) | 24 | 22 | 22 | 22 |
Flow (%) | 72 | 74 | 72 | 73 |
Densità (kg/l) | 1,745 | 1,830 | 1,718 | 1,685 |
Contenuto d’aria (% Vol.) | 19,5 | 19,0 | 21,5 | 22,0 |
Facilità di applicazione | ottima | buona | ottima | ottima |
Coefficiente di permeabilità al vapore | 10,11 | 10,33 | 8,89 | 8,73 |
Resistenza a compressione a 28 gg (N/mm2) | 3,8 | 4,1 | 4,2 | 4,0 |
Fessurazioni in fase plastica | assenti | presenti | assenti | assenti |
Fessurazioni dopo indurimento | assenti | presenti | assenti | assenti |